giovedì 15 novembre 2007

quasi

Qui il nuovo post, chissàcomediavolo finito negli archivi d'ottobre. D'altronde è roba vecchia, ma doverosa. Che diamine. Qualcosa forse mi sfugge?! Perdiana.
Mi sfugge sempre qualcosa, di questa blogosfera. E m'inquietano sempre più gli authentic bloggers, quelli DOC, quelli ©, quelli ®, quelli™, quelli sticazzi. Bravissimi, magari. Non paragoniamo nessuno a nessun altro. Chemifrega. Ad ognuno il diritto di blabla. A sgamabili e non sgamabili -per usare un linguaggio dall'accento psicomisto di un blogger che forse non si definisce tale, e menomale. A chi ha stile e chi no. A chi è autentico e naturale, a chi non lo sarà mai, a chi copia ed è position costa). Tanto il tutto naufraga in una rete infinita di parole. Pazienza. E com'è difficile che qualcosa diventi tangibile. E come mi sembra di perdere il mio senso in tutto questo.
1-Non credo comunque che il misterioso disegno divino di Latona abbia come fine la tangibilizzazione del virtuale. D'altronde gli dei sono stronzi e maliziosi parecchio, amen.
2-Non credo altresì che il mio io abbia qualche senso da me comprensibile almeno per ora, nè in questa virtualità nè nella presunta concretezza del mondo fisico. Amen.
Però:
se posso dire la mia - e la dirò comunque avvalendomi di questa magnifica autoreferenzialità che un blog propone et impone - disquisiamo ed arovelliamoci pure sull'identità del mezzo, sìsì, sui suoi significati nuovi, su quelli impliciti o appena percettibili, sulle potenzialità quasi magiche, tutto ciò che ci pare. MA personalmente mi sento ancora troppo carne ed ossa e sangue per finire in questo pozzo d'invasamento. Che a volte mi si prosciugano le viscere ed il cervello, a starci dietro.
Mi fa quasi paura.
Quasi

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13 Comments:

Blogger Musashimaru said...

Applausi a scena aperta.

16 novembre, 2007 02:29  
Blogger Unknown said...

L'attività sul blog è inversamente proporzionale al tenore della vita sociale del blogger in sè.

Adoro la position art e tuttavia non so che farmene...mmmmmmmh.....potrei circuire delle sedicenni!
evviva signò, 'nduma a paris!

16 novembre, 2007 04:05  
Blogger Unknown said...

tendenzialmente, scrivere è sempre un atto di vita mancato.
un tempo ci si faceva le pippe con i giornaletti, ora c'è internet.
molto meglio.
per le pippe intendo.

comunque linka pure, caro catoblepo. io ti cedo le mie tepo.

16 novembre, 2007 15:21  
Blogger il blebo said...

catoblebo accetta volentieri le tepo e si dirige con siffatto armamento verso una piscina traboccante di aperitavito

17 novembre, 2007 14:11  
Blogger Ryan said...

In modo tale che il governo esploda in un tripudio di micette, i cui brandelli in cielo compongono la scritta "zio cantante", bien sûr!

...bellissimi ricordi della nostra analisi di codesta canzone.

18 novembre, 2007 02:02  
Blogger Ryan said...

Inoltre volevo dirti che stanotte ho fatto un sogno un po' bizzarro nel quale io, tu, et Jimmy c'eravamo iscritti a un'accademia di formazione psichica, nella quale il mio istruttore di Judo faceva da professore. A un certo punto questi dichiara che la circoncisione maschile equivale a strappare il cuore di romanzo di Dostoevskij.

Ma ti rendi conto?

18 novembre, 2007 15:51  
Anonymous Anonimo said...

Io ho sognato Ganjalf..

20 novembre, 2007 12:32  
Anonymous Anonimo said...

Chitarra blu...

Costa e Ganjalf sono diventati una cosa sola oramai...lo testimonia il tono alterato della voce, lo sgaurdo da psicopatico e la tendenza al fuorismo.

Magò

20 novembre, 2007 15:32  
Anonymous Anonimo said...

L'identità sta nel mezzo come la coca cola sta in una lattina (vuota).

20 novembre, 2007 17:48  
Anonymous Anonimo said...

mi rendo conto che qui dentro la meno sbirullata sono ancora io, per fortuna.



v'amo tutti

blb

21 novembre, 2007 15:33  
Blogger Ryan said...

Se capissi meglio l'inglese avresti capito che la citazione non voleva dire niente. Infatti si trattava di une contraddizione che il nostro primo ministro non ha neanche cercato a dissimulare.

Comunque, ciò che volevo mostrare era che in inglese (come in tutte le lingue) ci sono delle parole, dei modi di dire, che non vogliono dire niente. Li chiamiamo Weasel Words, la cui definizione sarebbe: "words that suck the life out of the words next to them, just as a weasel sucks the egg and leaves the shell." (Stewart Chaplin)

Come lo sai, bisogna veramente fare attenzione al proprio modo di scrivere... e queste sono le parole che fanno che uno scrittore non abbia stile. Fullstop.

21 novembre, 2007 19:28  
Anonymous Anonimo said...

mio forbitissimo interlocutore, avevo sì compreso la demenzialità della frase in questione, come sai proprio di demenzialità mi occupo. cioè di cagate. non osai tuttavia approcciarmi al sito da te propostomi a causa di una scarsa conoscenza del vocabolario inglese; spero comunque che queste weasel words, cos'è un weasel?, dicevo ww siano comunque apprezzate da un certo stile di letteratura che le sappia utilizzare in modo appositamente fesso . fullstop, my darling, e tanti baci, non veggo l'ora di seguire oniricamente questo corso di cui vai farneticando.

21 novembre, 2007 21:49  
Anonymous Anonimo said...

ma perchè ciamar cussì afretatamente cagae e meraviglie dea demensiaità? irrispetoso e poco riflessivo, a dir poco..


tegnùo conto che xe fonte inesauribìe de sollazzo e ristoro, nonchè scaea verso ea divinità e per certe persone adiritura ea salvessa ultima..

e queo che ghe xe de più beo xe che proprio in virtù dea so' massima forsa che xe ea fioritura assoeuta, tuto queo che go scrito apena 'desso pol esser facilmente confutà dal semplice fato che e xe a tuti i efeti cagae, e l'altissima dignità - che coincide col più abietto degrado - de questo brigantin che ne veégia dentro vien tuta da esser fata dea sostansa da cui nasse i fiori

05 dicembre, 2007 13:15  

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