the path to what?
Poco vi fregherà saperlo, ma più frega a me dichiararlo: l'ultimo viaggio in treno è stato estremamente districante per i nodi blebani, per la prima volta le 7 ore saluzzovenezia non sono pesate neanche per un minuto. NIENTE spaesamento. POCHE nostalgie. Una implicita ma rilassata rassegnazione. Siori: sto bene. Ah!
M'impressiona la folle capacità del nostro cervello di distendersi e scavare nelle conoscenze, aprire i cassetti della memoria fino al momento casuale in cui una strana e perfetta combinazione neuronale non dà luogo all'intuizione, un nesso improvviso tra le cose che fa brillare gli occhi e capire un pezzo in più! Come il pensiero si possa trasformare continuamente, le esperienze non fossilizzate mai in un giudizio ma sempre là, oggettive, e pronte a nuove interpretazioni.
Inizio anche a capire che questa sudata oggettività che molti vanno cercando in fotografia contemporanea altro non è che un altro passo verso la visione umana non giudicante, che a sua volta è un passo parallelo alla ricerca dell'umiltà e della sincerità, tre benedette cose così facili e trite nella loro espressione verbale ma così rare e speciali nella realtà empirica, cose che raggiunte dovrebbero aprire la strada a qualcosa d'altro, a chissà quali altre consapevolezze meravigliose e nuove sulla nostra minuscola esistenza qui.
Accidenti. E' così difficile.
Etichette: il fine è il viaggio, looking for the game
1 Comments:
E invece ci interessa eccome...
Un viaggio senza spaesamento è un traguardo difficile da raggiungere, quasi impossibile per me a cui fa ancora impressione anche solo Saluzzo-Carmagnola...
(Entao, quando é que tu vens aqui para visitar-me?)
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