sabato 19 maggio 2007

un primo ritorno

Il viaggio è illuminante un'altra volta, come dicevo.
E così la distanza temporale dagli eventi parla da sola, e aggiunge pezzi al puzzle.



Ripeschiamo per esempio quei due mesi nella foresta. Certo vi apparirà molto banale, siamo così globalizzati oggidì che diviene questione semplice parlare di indios come una cultura altra da noi e citarli così spesso come termine di paragone da frase fatta in qualsiasi argomento: certo che se vivessimo tra gli indios in Amazzonia queste cose avrebbero un altro valore..certo con che coraggio i missionari in Amazzonia..certo che l'economia finanziaria influisce sulla nostra società, ma se fossimo in amazzonia..blablabla...Vaffanculo. Zitti. Neanche s'immagina di che si parla. E non perchè sono io a dirlo, che poco ne so più di questi. Ma.
MA nel tempo ci si rimugina su e si cerca di capire cosa ha voluto veramente dire vedere queste coseluoghipersone. Ci si accorge sì di aver ricevuto un nuovo bagaglio di conoscenze e di millepalleantropologiche, si fa anche la bellissima illuminante scoperta di avere un'intrinseca ed autentica natura selvaggia e propensa al sozzume, incline al fango e favorevole allo stile di vita in foresta. Questa consapevolezza già possiede un certo valore.

MA ecco che quando i cassetti si riaprono (anche grazie alla Sontag e al suo libro sulla fotografia), ci si rende conto di ciò che autenticamente scatta quando ci si tuffa nel mondo e non si può più far passo indietro: sono domande, domande, domande, specie quelle sulle relazioni con gli altri, su come diavolo possiamo/dobbiamo porci di fronte alle persone e ai luoghi, perchè non sono solo persone e luoghi..non lo sono.

E' così comodo cullarsi in una cultura di cui conosci gli approcci e le logiche che stanno alla base delle piramidi di concetti, ma ecco che quando tutto intorno si trasforma in qualcosa di così formidabilmente DIVERSO, il tuo cervello va in tilt e con la tua personale sintassi cerchi di spiegare cose che con te non c'entrano nulla..poichè anche se viviamo tutti sul pianeta terra questo non significa somiglianza, che diamine, a volte sembra che il posto dove stai posando il passo, della terra che conosci tu non abbia veramente niente..maledetta visione eurocentrica che ci affligge inconsapevolmente!! Un labirinto si apre di fronte alle nostre convenzioni&convinzioni, ai nostri castelli di pensieri, sillogismi e logiche aristoteliche, ai nostri modus vivendi. Un qualcosa di totalmente nuovo. Una sfida assoluta con il cervello.

Difficile adesso trovarne l'uscita. Forse è necessario sopraelevarsi.

Ma ci si sente esattamente così: inadatti e stupidi.

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

bo-bo- bomdiablebo!! curiosa e gradita scoperta trovarti qui. e i fili di pensiero si riallacciano..

20 maggio, 2007 21:37  
Anonymous Anonimo said...

e mi trovi su
http://giovinemaschera.supersized.org
[no www]

20 maggio, 2007 21:39  

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